Definire nuove strategie di gestione dello scarto organico delle aziende agricole e la messa a punto di un modello sostenibile sotto l’aspetto ambientale ed economico, che contribuisca a fornire nuove prospettive di sviluppo per le aziende marchigiane e a rispettare l’ecosistema, riducendo il ricorso ai fertilizzanti chimici tradizionali. Sono questi gli obiettivi del progetto “Economia circolare in agricoltura: corretta gestione degli scarti organici ed autoproduzione aziendale di biomasse per l’incremento della fertilità dei terreni agricoli Marchigiani”, approvato dal PSR Marche 2014/2020 e nato dalla collaborazione tra Fondazione Opere laiche lauretane, Chimica Verde, Legambiente Marche, Oro della terra, Università Politecnica delle Marche, CREA, ITT “G. M. Montani” Fermo, e Camera di commercio delle Marche e con il supporto di Regione Marche – PF Qualità dell’Aria, bonifiche, fonti energetiche e rifiuti e Regione Piemonte – Servizi ambientali direzione ambiente governo e tutela del territorio. Il progetto, che durerà tre anni, è stato presentato questa mattina a Loreto presso l’Istituto Opere Laiche Lauretane e Casa Hermes alla presenza di Paolo Casali, Presidente Opere Laiche, Luciano Neri, Responsabile di misura Regione Marche, Massimiliano Savoretti, coordinatore del progetto, Andrea Minutolo, responsabile scientifico Legambiente, Sofia Mannelli, Chimica Verde Bionet, Roberto Matteo, ricercatore CREA, Teresa Cecchi, prof.ssa ITT “G. M. Montani” Fermo, Giuliano Fattorini, prof. IIS “Marconi Pieralisi” di Jesi, Francesca Beolchini e Alessia Amato, Univpm e Carla de Carolis, ITABIA-coordinatore tecnico del progetto europeo “Enabling”.
Il progetto intende sperimentare modelli di gestione virtuosa dei sottoprodotti agricoli e degli scarti di lavorazione, convertendo le attuali esternalità negative in risorse per agricoltori per rendere l’agricoltura più sostenibile, secondo il modello dell’economia circolare. I residui colturali, infatti, se restano in campo, possono causare oneri di gestione e allelopatie, mentre gli scarti di lavorazione generano senza dubbio dei costi di smaltimento, che possono essere anche elevati, e decremento della sostanza organica nei terreni, con conseguente ricorso ai fertilizzanti chimici.
La sperimentazione prevista dal progetto toccherà molti punti cruciali dell’agricoltura sostenibile, come la valutazione dell’impatto ambientale dei diversi metodi di riutilizzo dei sottoprodotti e la produzione di biobased products, ovvero di prodotti di origine biologica, più sostenibili e degradabili. Inoltre il progetto mira ad approfondire il processo di micro-digestione anaerobica dei residui prodotti dalle attività agricole. Utilizzare il biogas da scarti agricoli e alimentari, infatti, contribuisce a produrre energie a basso impatto ambientale e a contrastare i cambiamenti climatici in corso. I risultati del progetto verranno, poi, divulgati e comunicati attraverso giornate dimostrative e seminari, sia durante lo svolgimento dello stesso, sia a fine dell’intero percorso. Verrà inoltre prodotta una piattaforma web per l’incontro della domanda e dell’offerta dei sottoprodotti agroalimentari e per l’elaborazione di statistiche.
“La fondazione Opere Laiche, capofila de “I Grasciari Riuniti”, è impegnata nel progetto per incrementare la fertilità dei terreni, per la sperimentazione di nuove molecole e prodotti ecocompatibili oltre all’autosufficienza energetica – ha dichiarato Mario Berrè, direttore dell’azienda agraria della Fondazione Opere Laiche Lauretane e Casa Hermes – Il tutto, mediante la modifica di alcune pratiche agronomiche”
“Sperimentare e ricercare soluzioni che mitighino e riducano l’impatto ambientale delle nostre attività produttive, responsabili del cambiamento climatico in corso, sono oggi delle strategie necessarie per un futuro sostenibile– ha dichiarato Francesca Pulcini, presidente Legambiente Marche– Progetti come questo vanno esattamente nella direzione dell’economia circolare di cui oggi, più che mai, abbiamo bisogno e per questo motivo Legambiente è orgogliosa di poter dare il proprio contributo”.